2021, autoprodotto, strumentale

  1. Muffy Groove
  2. October
  3. Angels’ Anger
  4. Healing
  5. Synthesis

Tra riflessioni e distorsioni cognitive

Se hai bisogno di una playlist da mettere in sottofondo mentre leggi, cucini o vuoi passare del tempo piacevole per dare distensione alla mente, ti consiglio di ascoltare l’EP di debutto di Michele Fraternali – In The Bass Room.

Il buon Michele è la risposta da dare a tutti quelli che (come il sottoscritto fino a prima di ascoltare questo lavoro interessantissimo) pensano che il basso non sia uno strumento solista. Quando ti inventi di aspirare alla musica, la prima idea, si sa, è: chitarra!

Poi arriva un Michele Fraternali qualsiasi che ti frusta con le esili corde dei suoi bassi, come un mangiafuoco sonoro e ti insegna, caro Pinocchio, a ballare al ritmo e alle sonorità di sole basse frequenze.

Tra il mistico, il claustrofobico e il rilassante, In The Bass Room si muove agile e scorre piacevolmente vibrando sulla pelle dell’ascoltatore. Certo, non è un disco per tutti, anche perché davvero esiste qualcosa di universale per tutti? Io non credo ed è bene che sia così.

Per rendere giustizia alle metamorfosi mentali e sensoriali del ragazzo che imbraccia bassi come fossero fruste per domare i pensieri di chi lo ascolta (e probabilmente doma pure i suoi) è consigliato l’ascolto non troppo sotto la metà inferiore del pomello del volume; un po’ perché i bassi rendono deppiù e poi perché è vero che ho detto “sottofondo” ma è un sottofondo abbastanza prepotente e invasivo quello che il Michele ci offre in queste 5 tracce.

Oggi, mio caro lettore, ho imparato che il basso è un’arma, non tanto per le frequenze o i suoni bassi, grezzi o arroganti, ma perché riesce a penetrare nei pensieri più reconditi delle anime perse dietro alle mille facce illuminate dal web.

Aspettiamo nuovi lavori caro Michele. Buone turbe, fa’ bei viaggi su quei manici e quelle tastiere e tira fuori dai tuoi strumenti i suoni più inaspettati.

La Scimmia Verde

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